Attività poliedrica per la città: ricordando il maestro Mario Matteotti.
Si chiude, dunque, ad età veneranda la vicenda terrena del maestro Mario Matteotti. Lo ricordo,…
sabato, 23 Novembre 2024
Si chiude, dunque, ad età veneranda la vicenda terrena del maestro Mario Matteotti. Lo ricordo,…
L’esito del voto.
Alle votazioni del 20 e 21 settembre 2020 hanno partecipato poco più di 9.000 elettrici ed elettori: cinque anni fa alle analoghe elezioni amministrative comunali avevano partecipato poco più di 7.500 elettrici ed elettori.
A fronte di questo massiccio aumento dei votanti, al netto di poco più di 300 schede bianche o nulle, i risultati sono quelli noti: la lista che sosteneva la candidata Sindaco Fraboschi ha ottenuto una percentuale di 1,05; la lista che sosteneva il candidato Sindaco Matteotti una parcentuale di 3,44; la coalizione che sosteneva il candidato Sindaco Malfer una percentuale di 27,94; la coalizione che sosteneva la candidata Sindaco Santi una percentuale di 32,86; la coalizione che sosteneva il candidato Sindaco Mosaner una percentuale di 34,72.
Nessuna candidatura avendo raggiunto il 50 % più 1 dei voti validi espressi si rende obbligatorio il ballottaggio fra il candidato Sindaco Mosaner e la candidata Sindaco Santi.
Il ballottaggio.
La legge elettorale regionale per i Comuni prevede, in caso di ballottaggio, la possibilità del cosiddetto ‘apparentamento’ fra coalizioni e liste, per offrire alla cittadinanza schieramenti più ampi di quelli presenti al primo turno e, quindi, garantire una maggiore rappresentatività dell’elettorato in Consiglio comunale.
Giova sempre ricordare che la medesima legge elettorale prevede che al candidato Sindaco e alla coalizione che uscissero vincitori al primo o al secondo turno è garantita una percentuale di seggi in Consiglio comunale non inferiore al 60% e non superiore al 70% dei consiglieri da eleggere: nel caso di Riva del Garda, dove sono da eleggere 21 consiglieri comunali (il Sindaco è il ventiduesimo componente del Consiglio) alla maggioranza sono garantiti 13 consiglieri, aumentabili a 14 o al massimo a 15 in ragione della percentuale di voti ricevuti (al primo turno).
La coalizione guidata da Santi e la coalizione guidata da Malfer hanno concordato l’apparentamento per il turno di ballottaggio.
L’esito in termini di numeri e di seggi consiliari, a seguito del ballottaggio, sarebbe determinato per legge: in caso di vittoria della candidata Santi, alla coalizione allargata spetterebbero 14 seggi più il suo, con un bilanciamento della distribuzione dei consiglieri fra le due distinte coalizioni del primo turno; in caso di vittoria del candidato Mosaner, alla sua coalizione sarebbero attribuiti 13 seggi più il suo.
Considerazioni sul mancato apparentamento Mosaner-Malfer.
Non nego che avrei molto apprezzato una ‘operazione verità’ da parte di Mosaner: se avesse riconosciuto che il risultato (deludente rispetto alle sue attese e anche alla sua vittoria al primo turno nel 2015, quando aveva ottenuto una percentuale superiore al 60% dei voti validi) ha significato anche un giudizio non positivo nei confronti della Amministrazione uscente da parte della maggioranza dei votanti nel 2020, sarebbe stato un buon punto di partenza per potersi proporre a condurre comunque un confronto, in vista del ballottaggio, secondo un criterio di ragionevolezza.
Abbiamo appreso, salvo smentite, che l’approccio fra Mosaner con la delegazione della sua coalizione e Malfer con la delegazione della sua coalizione si è concretizzato nella offerta a Malfer di un assessorato in cambio di una sua personale dichiarazione di supporto a Mosaner, escludendo assolutamente l’apparentamento fra le due coalizioni e offrendo la possibilità di futuri sviluppi politici.
Con la conseguenza, pare evidente, della esposizione di Malfer ad una facile contestazione, perché l’ adesione a tale proposta avrebbe manifestato la sua propensione ad un mercanteggiamento a fini personali del risultato raggiunto dalla sua coalizione, che sarebbe rimasta -senza l’apparentamento- numericamente inconsistente in Consiglio comunale.
E con la conseguenza (parrebbe questo il vero, ben comprensibile obbiettivo) di garantire alla coalizione di Mosaner il vantaggio del premio di maggioranza, che consentirebbe -per esempio- al Partito democratico (uscito pur sempre al primo posto tra le diciotto liste presenti al primo turno, ma con cinquecento voti in meno rispetto al 2015) di garantirsi otto consiglieri, anziché i quattro spettanti in base al risultato ottenuto.
Reazioni all’apparentamento Santi-Malfer.
L’apparentamento fra la coalizione di Santi e quella di Malfer (costruito -salvo smentite- su una ipotesi di pari dignità nella composizione della Giunta Municipale e su una intesa programmatica integrata) avrebbe come esito un riequilibrio della composizione del Consiglio comunale con una rappresentanza più significativa delle liste delle due coalizioni, che al primo turno hanno sommato il 60,80 % dei voti validi.
La notizia dell’apparentamento fra le coalizioni di Santi e di Malfer ha provocato reazioni dentro e fuori le medesime.
In particolare, nella coalizione di Malfer alcuni candidati e candidate della lista ‘La scelta’ hanno espresso la non condivisione dell’accordo per precisa distinzione ideologica. Inoltre, la segreteria provinciale del Partito autonomista (che aveva già sostenuto la partecipazione di quel partito alla coalizione di Malfer al primo turno) non ha ritenuto di condividere la scelta della sezione rivana per il ballottaggio, pur solo evidenziando il disaccordo. Va, al proposito, ricordato che a livello provinciale in questa tornata elettorale per i Comuni il Partito autonomista ha adottato una strategia di alleanze, in verità, del tutto differenziata sui territori.
Dall’altra parte le reazioni sono state, sostanzialmente, due: una, della quale si è fatto per primo portavoce lo stesso Mosaner, di natura politico-ideologica, contestando una incompatibilità di principio tra le liste di riferimento di Santi e quelle di Malfer; un’altra, espressa da alcuni esponenti della coalizione di Mosaner, carica di un certo livore anche personale nei confronti di Malfer e dei suoi alleati, che ha dato la stura a taluni botta e risposta non proprio consoni ad un confronto civile.
Esiti del ballottaggio.
Il ballottaggio consentirà alle elettrici e agli elettori di Riva del Garda di scegliere fra Adalberto Mosaner e Cristina Santi il nostro Sindaco per i prossimi cinque anni.
Le conseguenze in sintesi estrema: nel primo caso ci sarebbe la prosecuzione di un modello gestionale ormai rodato, con un Sindaco al terzo mandato, sostenuto da una maggioranza consiliare quasi interamente strutturata sul Partito democratico, che raddoppierebbe i suoi consiglieri col premio per la coalizione di supporto al candidato vincente; nel secondo caso ci sarebbe un annunciato cambiamento, con un Sindaco donna, di una generazione più giovane, sostenuta da una maggioranza consiliare che, col premio per la coalizione di supporto al candidato vincente, sarebbe rappresentativa dell’elettorato risultato maggioritario al primo turno.
Un appello per l’oggi e per il domani, chiunque vinca.
Il criterio della delegittimazione in varie forme e modi degli interlocutori è sempre preludio a percorsi di emarginazione e di esclusione (lo abbiamo ben visto nell’ultimo quinquennio), con il rischio (o la volontà?) di arroccamento di pochi a difesa delle proprie posizioni.
La questione appare particolarmente grave in un contesto che attiene non ai massimi sistemi provinciali o nazionali, ma -in questo caso- alla amministrazione della cosa pubblica comunale, per la quale dovrebbe prevalere, piuttosto, il criterio della inclusione, della equità nei comportamenti e nelle scelte, del riconoscimento della dignità delle cittadine e dei cittadini (compresi quelli che legittimamente la pensano in modo diverso da chi temporaneamente siede a Palazzo, o quelli che chiedono correzioni di rotta, o quelli che semplicemente chiedono di essere ascoltati).
Insisto in questo appello alla qualità dei rapporti interpersonali soprattutto quale educazione civica applicata da parte delle elette e degli eletti, nonché dei rappresentati delle formazioni politiche o elettorali e mi piacerebbe che la giustificazione per taluni eccessi verbali o scritti non fosse “hanno cominciato gli altri”.
Confido che Mosaner e Santi siano capaci di garantire alla cittadinanza che la rispettiva vittoria al ballottaggio avvierebbe un periodo di conciliazione, di rispetto, di attenzione per il bene effettivo della nostra meravigliosa città: Riva del Garda merita, in questo senso, il vero ‘cambio di passo’.
Considerazioni finali.
La valutazione che ogni elettrice ed ogni elettore deve compiere per poter esprimere al ballottaggio del 4 ottobre 2020 il proprio voto ‘in scienza e coscienza’ riguarda, nel concreto, due circostanze:
–come sono andate le cose nel quinquennio trascorso (quale giudizio io elettrice/elettore ne voglio dare, anche alla luce del voto già espresso al primo turno);
–quali proposte programmatiche vengono avanzate da chi si candida (quale idea di futuro per Riva del Garda io elettrice/elettore condivido maggiormente).
La valutazione non può prescindere, credo, da una visione di sintesi di quali garanzie possano venire dalla candidata e dal candidato Sindaco e dalle persone che scaturirebbero in Consiglio comunale, a seconda della vittoria -al ballottaggio- di Santi o di Mosaner.
In questo senso sono richieste certamente alla coscienza della elettrice e dell’elettore anche una riflessione politico ideologica e una riflessione etica, che -tuttavia- credo siano già state compiute in occasione del voto al primo turno.
Arrivati a questo punto, dovrebbe piuttosto prevalere, a mio avviso, una pragmatica, personale riflessione attinente ad una buona prospettiva per la città.
Un auspicio.
Mi piacerebbe poter applicare alla figura del nuovo Sindaco di Riva del Garda questa frase del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, scritta nella prefazione alla biografia di padre Olinto Marella, edita in questi giorni in occasione della ormai prossima beatificazione di quello straordinario testimone della carità: “La sua forza era solo nella credibilità della sua persona e nel saper coinvolgere quanti incontrava”.
Claudio Molinari.
Riva del Garda, 30 settembre 2020.